L’esperienza dei sensi in tutte le stagioni
La Maremma da odorare, osservare, ascoltare, toccare, gustare. E scoprire.
Noi abbiamo scelto la bicicletta e la barca a vela: sono silenziose, lente al punto giusto, non inquinano, attirano invece di respingere e permettono di soffermarsi sul dettaglio. Senza fretta e senza rumore è più facile avvicinarsi al cuore di una terra.
E’ stata la Maremma, poi, a scegliere per noi tutte e quattro le stagioni, regalandoci così sensazioni uniche e speciali in ogni momento dell’anno.
In primavera verremo sopraffatti dai profumi dei cespugli di ginestre, oleandri, glicini, gelsomini che fiancheggiano le nostre pedalate; dai colori sferzanti dei campi ricoperti di fiori gialli, distese infinite di papaveri e campi di grano ancora verde; toccheremo l’erba fresca con i piedi nudi mentre ci ristoreremo all’ombra di un ulivo secolare. E assaggeremo la ricotta ancora calda nel caseifico di Manciano.
In estate, entrando silenziosamente nella pineta della Feniglia, verremo accolti da un concerto assordante di cicale, dal forte odore dei pini marittimi e della macchia mediterranea. La merenda, durante le nostre pedalate, sarà a base di fichi maturi raccolti direttamente dagli alberi. Saremo accompagnati dall’odore del mare e dal fruscio dei venti durante una veleggiata intorno all’Argentario. Le temperature miti ci permetteranno di passare una notte in tenda e di essere svegliati all’alba da un’orchestra di musica classica sulle dolci colline maremmane appena illuminate dai raggi del sole.
L’autunno regala al viaggiatore la possibilità di toccare ed assaggiare i frutti più preziosi di questa terra: raccoglieremo le olive insieme ai contadini; l’odore asprigno dei vitigni carichi delle uve di Sangiovese ci accompagnerà lungo le strade interne della Maremma, così come il fruscio dei primi venti freddi e secchi di tramontana che spettinano i campi e scolpiscono rocce e anime. La sera potremo ristorarci con le tagliatelle di grano saraceno condite con il ragù bianco di Chianina cucinati dalla Signora Ada. I tramonti sulla laguna di Orbetello ci regaleranno ogni sera una nuova sfumatura.
L’inverno è la stagione più adatta ad osservare la vita nascosta della natura. I vacanzieri sono un lontano ricordo e gli animali si manifestano in tutta la loro essenza: i leprotti faranno capolino sulla via di Cameretta, i daini ci aspetteranno alla fine del sentiero della Feniglia, i fenicotteri comporranno in volo disegni rosa sul cielo blu della laguna; aironi e garzette si leveranno in volo al nostro passaggio. Potremo osservare le tecniche di pesca lagunare secondo le antiche tradizioni e gustare la bottarga e l’orata di Orbetello, direttamente dai pescatori a bordo laguna. Sarà un piacevole balsamo per i nostri muscoli affaticati dalle lunghe salite, immergersi nelle vasche di acqua calda fumanti e ricche di zolfo di Saturnia. Ne porteremo l’odore sulla pelle per giorni.
In ogni stagione non mancherà lo stupore per la scoperta di segreti e curiosità raccontate dai nostri vecchi: perchè il vino dell’Argentario si chiama Maisto e Africo? Perchè il pane toscano è senza sale? …